Dove la montagna tocca il mare


Erasmus+ Climbing for everybody: un centinaio di climber europei si sono dati appuntamento in settembre nel parco nazionale di Paklenica, in Croazia, paradiso dell’arrampicata e luogo di grande interesse anche dal punto di vista speleologico, geologico e naturalistico.

Dal 24 al 30 settembre un centinaio di climber europei si sonod ati appuntamento sulla riviera di Paklenica, nella regione di Zara (Croazia) dove la costa rocciosa, inframmezzata da valli, si trasforma all'improvviso in spiagge di ghiaia e l'azzurro del mare cambia nel verde delle foreste, fino alle vette delle montagne.

Il parco nazionale di Paklenica è sicuramente il sito d'arrampicata croato più conosciuto: con le sue oltre 400 linee chiodate, prevalentemente a fix, include l'area di Velika e Mala Paklenica; canyon carsici che si alternano a valli e prati montani. Non è tuttavia un luogo paradisiaco per soli scalatori ma, grazie alla varietà di flora e fauna e alle caratteristiche strutture calcaree, riveste particolare interesse anche dal punto di vista speleologico, geologico e naturalistico 

LA MECCA DELL’ARRAMPICATA CROATA

Nonostante le ridotte possibilità di apertura di nuovi itinerari all'interno della gola, a Paklenica è possibile trovare qualcosa per tutti i gusti e le difficoltà: sono presenti monotiri di qualunque difficoltà, sia per principianti che per chi desidera cimentarsi in gradi estremi (tra i più famosi: Il Maratoneta, 8b+, aperta e liberata da Manolo), con stile che varia dalla placca agli strapiombi. Per quanto riguarda le vie si passa dalla placca appoggiata alle facili creste, passando da vie sportive fino all'8a. Inoltre la bellezza del paesaggio e gli scorci di mare compensano qualunque fatica. Tra tutte le pareti della valle, Anica kuk, con i suoi 712 metri d'altezza, di cui 350 fatti di calcare verticale o strapiombante, lavorato dall'acqua in taglienti lame e particolari gocce e con pareti percorse interamente da rigole
scavate dall’acqua risulta essere il vero gioiello; alla sola vista comprendiamo come mai questo luogo sia la mecca dell'arrampicata croata (per maggiori informazioni rimandiamo al numero di maggio 2012). Il team Italiano, dopo un’estate di incontri nelle più classiche località di alpinismo, ha quindi intrapreso il viaggio verso la Croazia, pregustando un’intensa settimana di arrampicata, amicizia, collaborazione e, perché no?, un po' di mare. L'atmosfera all'arrivo non ha deluso le aspettative: abbiamo ritrovato vecchi amici, parlato dei progetti futuri e delle salite fatte durante l'estate. Abbiamo ammirato la cordata slovacca che, a fine agosto, si è aggiudicata la prima ripetizione della via L'or du temps, appena aperta sul Gran Capucin da Nina Caprez e Arnaud Petit, che ora mangia tranquillamente al nostro fianco chiacchierando; ascoltiamo rapiti il Ceco Jachym Srb mentre ci racconta della sua ripetizione di Divine Providence al Gran Pilier d'Angle: un sogno forse irrealizzabile per la maggior parte degli alpinisti. 

QUELLA SENSAZIONE DI LIBERTÀ

Purtroppo il meteo non è inizialmente dalla nostra parte: i primi due giorni trascorrono sotto una fitta e scrosciante pioggia che non ci darà tregua. Passiamo il tempo dedicandoci ai lavori di gruppo, imparando la storia del Parco Nazionale di Packlenica e visitando la più famosa grotta della zona: Manita Pec.

È risaputo che i climber, solitamente inebriati da quella sensazione di libertà data dall'arrampicata, non amino scendere nel sottosuolo, dove la luce e le loro amate pareti scompaiono lasciando spazio a stalattiti e stalagmiti. Tuttavia ammiriamo estasiati questa meraviglia creata dalla natura, e aderiamo con piacere a un’ulteriore visita in un secondo sito speleologico, meno turistico e più avventuroso, a qualche chilometro di distanza dai nostri alloggi. Dopo i primi piovosi giorni il bel tempo ritorna finalmente nel canyon, ed entusiasti ci inoltriamo nella valle e sui suoi oltre 150 chilometri di sentieri escursionistici, per godere delle magnifiche pareti di calcare bianco e degli itinerari che Packlenica può offrire. Nella settimana, prevalentemente a
coppie, affronteremo: Mosoraska, Armadillion (6a), Dreaming of a lost friend (6a+), Infinito (7a+), Bears on toast (6c+), BWSC (6c+), Senza pietà (6b+) e diversi monotiri in falesia. Tutto il gruppo è a dir poco folgorato: abbiamo provato l'arenaria delle caratteristiche torri di Adrspach-Teplice in Repubblica Ceca, abbiamo ammirato le meravigliose placche granitiche di Popradske Pleso, in Slovacchia, e ora ci troviamo sulla roccia a noi più congeniale, il calcare.

IL FUTURO PARTE DAI GIOVANI

Sono stati inoltre portati avanti i progetti riguardanti le relazioni internazionali tra i team, in particolare, consci dell'importanza dei giovani, che devono imprescindibilmente essere l'anima di associazioni come la nostra, per poter fornire una spinta futura, abbiamo  svolto alcuni laboratori con gli studenti di un istituto scolastico locale, cercando di fomentare nei ragazzi quella passione che ci anima durante la scoperta di una nuova via, quell'attanagliante sensazione di libertà, eccitazione e al contempo paura che ci pervade mentre cerchiamo di far passare la corda nel rinvio sopra la nostra testa e quella frenesia che ci fa raggiungere l'obiettivo, nonostante la fatica, il dolore e le difficoltà.

Tra le altre iniziative, va segnalata la presentazione della salita all'Everest effettuata da una spedizione croata interamente femminile, che ha reso orgogliose tutte le donne che prendono parte a questo progetto: sappiamo bene che l'alpinismo e la montagna in generale è stata per anni sport considerato quasi  unicamente maschile e speriamo, anche grazie a queste iniziative, di poter far comprendere alle ragazze che ci sono ancora molte sfaccettature e traguardi che necessitano proprio di noi donne per essere raggiunti. Consigliamo dunque a tutti di perdersi nel canyon di Paklenica, chi per una vacanza rilassante tra mare e arrampicata, magari in famiglia, e chi per risolvere qualcuno dei progetti non ancora liberati, e chi anche soltanto per godere del tramonto dalla cima di Anica Kuk, guardando il sole scomparire in mezzo al mare. 

Arianna Proserpio
(Montagne 360, dicembre 2017)